La trattativa aperta tra Aran e sindacati potrebbe chiudersi prima della fine dell’autunno portando con sè il nuovo CCNL per i dipendenti degli Enti locali - finalmente!
La trattativa aperta tra Aran e sindacati potrebbe chiudersi prima della fine dell’autunno portando con sè il nuovo CCNL per i dipendenti degli Enti locali - finalmente!
Lo stanziamento di risorse dei rinnovi contrattuali fino al 2030 attiva le condizioni per risolvere il problema dei ritardi nella definizione dei contratti: vi sono, quindi, le condizioni per avviare da subito i contratti del nuovo triennio (2025-2027) e le risorse sono coerenti con le previsioni di inflazione e con gli obiettivi di riequilibrio dei conti pubblici assunti in sede UE.
Il contratto collettivo nazionale era stato sospeso per motivi sindacali e divergenze politiche mentre, nel frattempo, i dipendenti degli enti locali, quelli dei comuni in particolare della polizia locale, hanno continuato a svolgere regolarmente la propria attività continuando ad erogare quotidianamente i servizi essenziali e di sicurezza nelle nostre Comunità.
Dobbiamo avere cautela nell'affermare che è già in dirittura d'arrivo in quanto oltre agli aumenti di stipendio sono necessarie maggiori risorse per far fronte anche al contratto di secondo livello (contrattazione decentrata) per cui c'è il rischio che gli incrementi previsti non siano sufficienti a compensare completamente la perdita di potere d’acquisto degli ultimi anni.
Fra l’altro, va ricordato che, la legge di Bilancio 2025 ha messo a disposizione circa 6 miliardi di euro.
Stando alle informazioni ricevute gli aumenti variano a seconda dell’inquadramento con una differenza tra circa €122 per il livello base, per passare a €129 per gli operatori esperti e a circa €145 per gli istruttori per raggiungere l’importo di € 158,48 per le categorie apicali.
Questi aumenti non sono da considerarsi solo un adeguamento economico agli attuali stipendi, ma anche di una misura che avrà effetti positivi su pensioni e trattamento di fine rapporto in quanto una parte dell’indennità di comparto sarà trasferita nello stipendio base, consolidando così il reddito utile anche ai fini previdenziali.