S INDACATO U NITARIO L AVORATORI P OLIZIA L OCALE 
38 anni a difesa della categoria

ALLA POLIZIA LOCALE ITALIANA, BUON SAN SEBASTIANO!

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Buon #sansebastiano alla #polizialocale italiana.

Ai tanti Colleghi che oggi saranno destinatari di elogi ed encomi per essere stati protagonisti di azioni particolarmente meritevoli nel corso del 2022, vanno i nostri
compliment
i vivissimi e il nostro ringraziamento per aver dato lustro alla Polizia Locale con il loro operato.
Siamo anche consapevoli, poichè viviamo e ascoltiamo le realtà dei vari Comandi, che una parte dei Colleghi, pur meritando un riconoscimento, rimarrà delusa. Certe dinamiche sono ben note. A loro penseremo noi a dare i dovuti riconoscimenti al prossimo Convegno Nazionale.
Leggeremo inoltre i report delle attività dei vari Comandi. Auspichiamo che ad emergere non sia il dato preponderante e riduttivo delle "multe", bensì quello di tutte le azioni messe in campo per garantire e salvaguardare a 360° la #legalità e la #sicurezza dei cittadini, grazie alla professionalità, al cuore e alla passione di ciascun operatore di Polizia Locale.
Ad maiora!
 
Buon San Sebastiano a tutti i colleghi. 🤗
Vi voglio raccontare una particolarità del nostro Patrono, perché non morì trafitto dalle frecce come molti pensano. Occorsero ben due martiri per avere ragione di lui...e questo la dice lunga 😁"Sebastiano era un militare a servizio di Diocleziano, convertitosi al Cristoanesimo.Quando Diocleziano, che aveva in profondo odio i fedeli a Cristo, scoprì che Sebastiano era cristiano fu da lui condannato a morte. Fu legato ad un palo in un sito del colle Palatino, denudato, e trafitto da così tante frecce in ogni parte del corpo da sembrare un istrice. I soldati, al vederlo morente e perforato dai dardi, lo credettero morto. Ma non lo era, e santa Irene di Roma, che andò a recuperarne il corpo per dargli sepoltura, si accorse che il soldato era ancora vivo, per cui lo trasportò nella sua dimora sul Palatino e prese a curarlo dalle molte ferite con pia dedizione. Sebastiano, prodigiosamente sanato, nonostante i suoi amici gli consigliassero di abbandonare la città, decise di proclamare la sua fede al cospetto dell'imperatore che gli aveva inflitto il supplizio. Il santo raggiunse coraggiosamente Diocleziano e il suo associato Massimiano e li rimproverò per le persecuzioni contro i cristiani. Sorpreso alla vista del suo soldato ancora vivo, Diocleziano diede freddamente ordine che Sebastiano fosse flagellato a morte, castigo che fu eseguito nell'ippodromo del Palatino, per poi gettarne il corpo nella Cloaca Maxima. Nella sua corsa verso il Tevere il corpo si impigliò nei pressi della chiesa di San Giorgio al Velabro, dove fu raccolto dalla matrona Lucina che lo trasportò sino alle catacombe sulla via Appia e ivi lo seppellì"

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