COME MUORE UNA DIVISA NEL SILENZIO TOTALE DELLE ISTITUZIONI E DELLA STAMPA!!!
COME MUORE UNA DIVISA...
Massimo Boscolo, un giovanissimo Collega della Polizia Locale in servizio a Padova, l'11 ottobre 2021 è morto nell'adempimento del dovere, a soli 34 anni, travolto mentre scortava il team di handbike di Alex Zanardi.
Il 10 ottobre si celebra ogni anno la giornata Nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro: una giornata che vuole commemorare coloro che hanno perso la vita o hanno subito infortuni svolgendo la propria attività lavorativa. Ebbene, Massimo il 9 ottobre è rimasto gravemente ferito ed ha lottato tra la vita e la morte fino alla mattinata dell'11, quando a causa della gravità delle ferite riportate, ha perso la sua battaglia più importante. In quelle ore i media nazionali erano focalizzati sulla manifestazione romana, sul green pass, argomenti che probabilmente reputano maggiormente degni di nota rispetto a quello di una Vita tragicamente spezzata nell'adempimento del dovere; la giovane vita di un servitore dello Stato che indossa l'umile Divisa della Polizia Locale non fa notizia, figuriamoci.
Di contro i TG nazionali hanno reputato una notizia il fatto che Superman sia diventato bisex e si sia innamorato di un giornalista.
Anche dalla carta stampata e online questa tragedia è ridotta semplicisticamente a sinistro stradale, nessuno ha evidenziato che si è trattato di morte sul lavoro.
《Le vittime degli incidenti sul lavoro sono persone che escono di casa con progetti per il futuro e attività dirette ai loro cari. Il luogo di lavoro deve essere il posto da cui si torna. Sempre.》(cit. Presidente della Repubblica Sergio Mattarella).
Belle parole e grande verità; peccato però che viviamo in un Paese in cui nella giornata nazionale del 10 ottobre le istituzioni (volutamente in minuscolo) nemmeno hanno fatto cenno ai morti di questa Categoria e alla Vita di Massimo che proprio in quella ore era appesa a un filoe. Una categoria la nostra che quelle stesse istituzioni si ostinano a non riconoscere come usurante.
Queste giornate sono sentite solo da coloro che hanno vissuto direttamente o indirettamente una tragedia simile. Per le istituzioni sono una mera passerella per ripulirsi la coscienza parlando di sicurezza e legalità, ne siamo convinti.
Pensate, quello di Massimo doveva essere un servizio ordinario, ma nel nostro lavoro anche l'ordinarietà si può tramutare in tragedia; può accadere, e accade troppo spesso, che un servitore dello Stato sia chiamato a pagare un tributo troppo alto, iniquo, in nome del Dovere.
Essere operatori di Polizia è rischiare la propria Vita affinché i cittadini possano vivere la propria in sicurezza. Può succedere ogni giorno a ciascuno di noi.
E quindi ecco spiegato "come muore una Divisa": nel silenzio e nell'indifferenza di una società e delle istituzioni divenute ormai refrattarie.
Ma quegli uomini e quelle donne in Divisa vivono nei nostri cuori e saremo noi Colleghi, e questo Sindacato, a donare Loro l'immortalità che gli è dovuta e che meritano, attraversola memoria. Massimo è uno di noi e rappresenta ognuno di noi.
Ci piacerebbe, e sappiamo che è desiderio condiviso dalla Polizia Locale italiana, che qualche testata giornalistica decidesse di attenzionare e dare spazio a questa nota.
Il Segretario Generale Mario Assirelli